Alessandro di Camporeale

Pubblicato il 19 giugno 2013 in Vino

Nel 1700 pochi maestri profumieri erano in grado di racchiudere l’essenza, di un luogo in un’ampolla.

E’ ciò che  accade oggi con il kayd vendemmia tardiva,  un vino syrah di uve appassite in pianta (si avete capito bene),  prodotto quando le condizioni lo permettono  che ha in se  l’intera essenza della Sicilia .

Diverso da un normale passito, più dolce  e profumato,  che nei ristoranti di New York viaggia a quotazioni giustamente elevate, per degustarlo è sufficiente recarsi a Camporeale, a mezz’ora di auto da Palermo, poco distante dal comune di Monreale, in un territorio ideale per il vino, in collina ma a poca distanza dal mare.

Qui I 35 ettari di vite sono lavorati quasi manualmente ed il vino è creato in una cantina  moderna e molto pulita, con fermentatori in acciaio, temperatura controllata, ed un invidiabile distesa di botti in barrique.

Le Grandi Botti

Le Grandi Botti

I vini.

Fra i Rossi Importante ma di grande bevibilità il Kayd, Syrah che costituisce certamente il cavallo di punta della scuderia e raggiunge livelli di grande profondità nella riserva 2007.

Buono il Nero d’Avola in purezza, certamente superiore a quello di altri produttori siculi più diffusi ed con un ottimo rapporto qualità prezzo.

Fra i bianchi abbiamo degustato  il Catarratto, il Grillo ed il Sauvignon Blanc.

I primi due sono vitigni autoctoni della Sicilia occidentale, spesso capaci di grande produttività ed associati a vini distribuiti nella grande distribuzione.  Qui la vite è coltivata proprio con l’obiettivo opposto, quello di diminuire la produzione con l’obiettivo (centrato) di incrementare la qualità.

Il Benedè è così un trionfo di  profumi che si aprono in bocca, è un vino ruffiano, ottimo per l’aperitivo e gli antipasti. Ogni bicchiere ne richiama un altro e piacerà ad ogni nostro commensale

Il Grillo vigna di Mandranova  mantiene la propria promessa, e dimostra le qualità intrinseche di vitigni autoctoni (come il Trebbiamo in Abruzzo) che hanno sapori pieni e differenti da quelli che usualmente riconosciuti. La “colpa” è solo nella loro capacità di fare tanto vino, e quindi nella sfruttabilità commerciale del vitigno per vini di basso prezzo.

Il Sauvignon blanc segue una tendenza che ho riscontrato in Sicilia, alla stregua di ciò che avviene già in Francia, ovvero produrre grandi vini bianchi con l’affinamento lungo in bottiglia (lo vedremo anche quando parleremo dei vini del Baglio di Cristo di Campobello)

Ecco: questo bianco restituisce una profondità ed una permanenza inusuale, che sarà presumibilmente completa fra un anno, se ne rimarrà qualche bottiglia. Da provare.

Infine alcuni dettagli sulle cantine, moderne e con diverse tipologie di Rovere in Barrique . La strada per arrivare da Alessandro di Camporeale  è agevole, particolarmente bello l’ultimo tratto, con filari al cui inizio spuntano rose e palme nane.

L’azienda non ha ancora la possibilità di ospitare, ma organizza ottimi pranzi tipici, accompagnati dagli altri suoi prodotti (davvero buono l’olio, meno forte dei suoi “parenti” siciliani) su prenotazione.

Poco vicino, a San Cipirrello, c’è il ristorante –  trattoria Apud Jatum, si mangia molto bene , cucina siciliana (caponata da ricordare), si spende poco (15-20 euro).

Che vini ho portato con me: Kayd vendemmia tardiva, Kayd, Benedè.

Che Vinili ascoltare: Con il vendemmia tardiva Sam Cooke , con il Benedè, il siculo americano  Louis Prima, con il Kayd? il Kayd piace moltissimo a Palermo e New York, quindi Carosone!

Facce, da Alessandro di Camporeale